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Quale futuro per l’Europa

Le recenti audizioni di Mario Draghi ed Enrico Letta di fronte alle istituzioni di Bruxelles sono coincise con la pubblicazione da parte del Servizi del Parlamento europeo dello studio aggiornato sui “Costi della non-Europa”. È vero che ci vorrà ancora qualche mese prima che i due rapporti Draghi-Letta vedano la luce, ma se mettiamo insieme i tre contributi emerge un quadro complessivo che impone da ora una riflessione attenta, che non potrà non alimentare il dibattito in vista delle prossime elezioni europee. Il primo elemento comune che emerge riguarda la necessità di ripensare il futuro dell’Europa di fronte al quadro geopolitico sostanzialmente mutato. Ripensamento che deve guardare alla competitività futura del nostro sistema economico e produttivo ma anche ai costi sociali imposti dai grandi cambiamenti in atto, a partire dalla doppia transizione. Transizione che è impensabile senza le imprese ma anche senza i cittadini. Da

un lato minori costi sarebbero garantiti dai numerosi potenziali ambiti di maggiore integrazione europea, che potrebbero assicurare già nel medio termine risparmi significativi per ogni cittadino (ca. 1850 eur solo per la trasformazione verde e digitale). Dall’altro, si impone comunque un impegno finanziario significativo: almeno 500 miliardi l’anno di risorse aggiuntive secondo le stime della Commissione.

Saranno necessari investimenti più decisi da parte dei big player europei (si parla di ca. 100 miliardi che le sole società energetiche sarebbero pronte ad impegnare) ma mobilitare risorse pubbliche rimane la strada obbligata, considerando che alla doppia transizione si sommano anche le necessità impellenti sul fronte della difesa. Nuovo fondo di debito UE? Ruolo rafforzato della BEI che agisca come moltiplicatore dei partenariati pubblico-privati? Una politica fiscale riformata? Qui il dibattito si fa più acceso e si ritorna alla consueta contrapposizione tra Paesi più o meno frugali. Solo un generale ripensamento del funzionamento dell’Unione Europea potrà rispondere a queste sfide. Il richiamo ad “azioni coraggiose” da parte di Mario Draghi ci dà la misura delle sfide che aspettano l’Europa.

Fonte: MosaicoEuropa 5/2024

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