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Lo European Innovation Scoreboard: crescita ma non per tutti

Pubblicato dalla Commissione nella seconda metà di giugno lo European Innovation Scoreboard 2020. Positivo il trend generale che emerge dal quadro complessivo, in crescita costante dal 2012 (+ 8,9 %), che per-mette all’Unione di superare gli Stati Uniti – oltre a Cina, Brasile, Russia, Sud Africa e India – per la seconda volta in 2 anni, seppur allontanandosi dai principali innovatori mondiali, ovvero Corea del Sud, Australia e Giappone. Nonostante l’impatto comunque relativo dovuto alla Brexit, l’Unione continua a progredire nel suo percorso di innovazione: 24 i Paesi in crescita, con i maggiori progressi registrati da Lituania, Malta, Lettonia, Portogallo e Grecia. La Svezia continua a detenere il primo posto, seguita da Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi. Da rilevare i miglioramenti del Lussemburgo, che raggiunge i paesi leader e il cambio di marcia del Portogallo, che entra nel gruppo dei forti innovatori. Per quanto riguarda i settori di innovazione, la distribuzione appare ben geolocalizzata: la Svezia eccelle nelle risorse umane, il Lussemburgo nei sistemi di ricerca attrattivi, la Danimarca negli ecosistemi innovativi e nel supporto finanziario, la Germania e il Portogallo rispettivamente negli investi-menti industriali e nel sostegno alle PMI, l’Austria nei collegamenti e nell’approccio alla cooperazione, l’Irlanda nell’impatto sull’occupazione e sulle vendite. Purtroppo non confortanti i dati relativi all’Italia, che, debole del suo 19° posto ma con dati in aumento negli ultimi 9 anni, si conferma ancora una volta nel gruppo degli in-novatori moderati, in compagnia di altri 12 Paesi. In coda alla classifica la Bulgaria e la Romania.

Fonte: MosaicoEuropa 13 /2020