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Licensing: parte essenziale di una strategia per le start-up nel deep-tech

Alla fine di aprile, l’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e la Banca europea per gli investimenti (BEI) hanno pubblicato il rapporto “Deep tech innovation in smart connected technologies”, identificando i principali ostacoli per le PMI nello sviluppo di tecnologie digitali avanzate. Il rapporto mostra che, pur continuando ad essere in ritardo rispetto agli Stati Uniti, all’interno dell’UE alcuni paesi hanno fatto progressi significativi, con l’aumento delle PMI attive nel settore, soprattutto in Germania (570), in Francia (400) e in Italia (273). Esemplificativo è lo studio, incluso nel rapporto, sulla start-up italiana BluBrake che rileva l’importanza delle strategie di finanziamento e di licenza nell’accelerare il successo go-to-market per le entità europee.  Nello specifico, la BluBrake, con il sostegno di un acceleratore di start-up, è diventata l’unico fornitore di tecnologia ABS «a piattaforma aperta» per il settore globale di e-bike e e-cargo bike, prodotti sempre più popolari, grazie al crescente interesse per soluzioni di mobilità più intelligenti ed ecologiche. Alla base della creazione della BluBrake, il lavoro di un gruppo di ricerca del Politecnico di Milano (Polimi) e della e-Novia, un’organizzazione che aiuta università e istituti di ricerca a sviluppare strategie di proprietà intellettuale per portare le tecnologie su scala industriale e creare spin-off. Partendo dalle sovvenzioni dell’Agenzia EISMEA, che ne hanno finanziato i primi anni di R&S, alla fine del 2020 la start-up ha raccolto 5,2 milioni di euro da investitori privati grazie alla sua innovazione unica, protetta da un portafoglio brevetti in espansione, piazzandosi in un mercato globale del valore di 16 miliardi di euro e che si prevede crescerà con un tasso medio annuo del 5% fino al 2024.

Fonte: Mosaico Europa 13/2022