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L’integrazione europea...ad ogni costo...

Prosegue l’ormai decennale riflessione del Parlamento europeo sul cd costo della non Europa: è stata pubblicata di recente, infatti, l’ultima edizione dello studio sul tema. Anche in questo caso, colpisce il valore complessivo del risparmio potenziale previsto in 50 ambiti di riferimento delle politiche europee: ben oltre 2,8 miliardi di € all’anno entro il 2032. Secondo i dati raccolti nel documento, un quantum che, in caso di ulteriore intensificazione del processo di integrazione europea da sempre auspicato dal Parlamento e in un contesto economico di passaggio ad un modello di crisi permanente, consentirebbe di conseguire ulteriori ambiziosi risultati in tema di diritti sociali e fondamentali, di sostenibilità ed innovazione. In linea con la rilevazione di 5 anni fa le cifre settoriali, con il Mercato unico saldamente alla guida, forte di 644 MIL, seguito dalla transizione verde (439,5) e da quella digitale (384). Seguono alcuni comparti di ampio respiro, quali l’unione economica e monetaria, l’occupazione, il sociale e la coesione, la parità di genere, la non discriminazione

e i diritti civili, tutti attestati a cavallo dei 300 Miliardi, a precedere la cooperazione internazionale e l’azione esterna (169,7). Meno incidente il risparmio previsto in altri settori, quali giustizia, istruzione e sanità. Uno scenario che, affidando all’Unione competenze specifiche al momento sotto responsabilità degli Stati membri, porterebbe il PIL totale ad un valore di quasi 20.000 miliardi di € nel 2032, pari ad un tasso annuo di crescita del 2,9%.

Fonte: Mosaico Europa 5/2023