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L’industria europea: lezioni dalla crisi

Quattordici mesi dopo la pubblicazione della Strategia industriale europea, avvenuta proprio nelle prime settimane di emergenza sanitaria e dopo due successivi rinvii, la Commissione raccoglie l’invito dello scorso ottobre da parte degli Stati membri ed integra la visione a suo tempo proposta con nuove misure dettate dalle lezioni emerse dalla crisi. La pandemia ha reso l’Europa ben cosciente della necessità di garantire la sicurezza delle filiere produttive ed è proprio sulle cd “dipendenze strategiche” che si deve concentrare la risposta dell’UE. Un approccio molto concreto, che individua 137 prodotti per i quali l’Europa è fortemente dipendente dalle importazioni (più della metà provenienti dalla Cina), concentrando su 34 di essi (tra cui materie prime come diamanti e terre rare e prodotti farmaceutici) i maggiori rischi per la difficoltà di una futura sostituzione con prodotti europei. Qui l’intervento attraverso riciclo e processi d’innovazione può incidere positivamente sui flussi d’importazione. Ma l’analisi della Commissione va ben oltre, presentando uno studio dettagliato sui 14 cd ecosistemi, che proprio la strategia del marzo 2020 aveva individuato come il principale target d’intervento per i prossimi anni. Un’analisi microeconomica estremamente articolata che, attraverso l’utilizzo di indicatori chiave di performance, dovrà consentire di misurare in futuro i progressi realizzati, ma anche individuare ostacoli ed ambiti su cui intervenire. Per ogni ecosistema la Commissione propone inoltre un percorso di transizione, in grado di supportare l’impresa nella sua trasformazione digitale ed ecologica; percorso fondato sulla co-creazione, con un diretto coinvolgimento degli attori economici.

Lo Strumento di emergenza per il mercato interno, annunciato dalla Presidente Von der Leyen nel febbraio scorso, comincia a prendere forma: più condivisione d’informazione, coordinamento e solidarietà con lo Stato membro che sarà obbligato ad adottare misure di contrasto alla crisi. Alle carenze improvvise di prodotti bisognerà far fronte con regole nuove sul fronte della valuta-zione di conformità e collaborazione rafforzata sulle procedure d’appalto pubblico. Una proposta più arti-colata sarà pubblicata nel primo trimestre 2022. Partenariati industriali, alleanze strategiche in quattro nuovi settori, che seguono quanto già previsto per batterie, materie prime ed idrogeno e ruolo sempre maggiore per i progetti importanti di comune interesse europeo (IPCEI), rilanciano infine il ruolo del-le piattaforme come momento di stimolo e sviluppo delle politiche settoriali UE. Piattaforme dove l’attenzione non sembra concentrata sulle PMI. Come non sembrano emergere dalla proposta interventi mirati a sostenere le piccole e medie imprese nella delicatissima fase di uscita dalla crisi. Forse anche la Strategia PMI, anch’essa pubblicata a marzo 2020, avrebbe meritato una visione post COVID. Ma la Commissione non sembra intenzionata a procedere in questa direzione.

Fonte: Mosaico Europa 9 / 2021