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Economia dei dati: più regole per più competitività?

La transizione digitale procede, sospinta da cifre importanti. Dai 33 zettabyte (x1021) di dati generati nel 2018 a livello mondiale, si prevede un incremento nel 2025 fino a 175 ZB, mentre si stanno consolidando solide rendite di posizione, che vedono Stati Uniti e Cina ai vertici della classifica. Ursula von der Leyen ha posto il tema tra le priorità di inizio mandato, con obiettivi ambiziosi già nei primi 100 giorni di attivi-tà. E la scorsa settimana è stato pubblicato dalla Commissione un primo pacchetto di misure che, anche se non legislative, definiscono l’agenda del futuro mercato unico dei servizi digitali, della regolamentazione nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) e dell’accesso ai dati. Rimandando, sui primi due punti, all’approfondimento di questo numero, la proposta di una stra-tegia dati UE merita un’attenta riflessione. Non solo perché ne è responsabile il Commissario Thierry Breton, forte della sua recente esperienza ai vertici di Atos, società di trasformazione digitale tra le prime al mondo, ma anche perché l’altra impor-tante

priorità, l’IA, ha il suo fondamento in un utilizzo coerente dell’informazione disponibile. La visione della Commissione basata sulla più ampia condivisione di dati, la creazione di infrastrutture di cloud computing

competitive a livello mondiale e la protezione dei diritti dei cittadini e dei valori europei.

Sull’utilizzo dei dati personali la competizione nei confronti dei giganti USA sembra ormai persa ma quella sui dati industriali è tutta da gioca-re. Per fine anno sarà pubblicato il quadro per implementare, entro il 2022, uno spa-zio dati comune per sviluppare servizi ed applicazioni in diversi settori: industriale (manifatturiero), Green Deal, mobilità, salute, finanza, energia, agricoltura e pubblica amministrazione (PA). Nel 2021 sarà la volta del Data Act, che regolamenterà la condivisione B2B, B2G, agendo anche sul-la portabilità dei dati. Sulle infrastrutture la riflessione è ampia (federazione europea dei cloud, rete di data centre di massima efficienza energetica), così come gli in-vestimenti previsti: 2 miliardi di euro dal bilancio UE e 4 da Stati membri e industria. Il tutto per un incremento dell’economia dei dati europei da 2,4% del PIL nel 2018 al 5,8% nel 2025.

Importante capitolo è dedicato anche alla PA, con l’implementazione prevista al 2021 del-la direttiva Open Data, il rafforzamento del principio della comunicazione unica (once-only principle), fino alla massima diffusione del cloud. Sull’utilizzo dei dati personali, infine, oltre alla prevista revisione del regolamento EiDAS, un riferimento alla libertà di scelta dei singoli (e qui entrano in gioco blockchain, data cooperatives e nuovi intermediari “neutrali”). Un percorso impegnativo attende la Commissione nei prossimi mesi/anni: nuova e più stretta regolamentazione per rafforzare e non indebolire la competitività dell’Unione nel mondo.

Fonte: MosaicoEuropa 4/2020