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Doppia transizione: semplificare le regole

Interessanti i risultati prodotti da un recente studio del Parlamento europeo sui costi delle imprese attive nel settore della doppia transizione. L’analisi mira a comprendere gli effetti cumulativi degli atti legislativi di maggiore impatto, anche con una prospettiva intersettoriale. Inoltre, analizza gli strumenti più efficaci per la riduzione dei costi, sia in fase normativa che di implementazione.
Risaputi gli ostacoli delle PMI per approfittare dei benefici della doppia transizione rispetto alle grandi aziende: risorse più limitate, carenza di competenze, difficoltà nell’accesso al credito, problematiche di orientamento nel quadro legislativo rappresentano un rilevante tallone d’Achille. Più che il rafforzamento di quelli già esistenti, preoccupa non poco il considerevole numero di nuovi provvedimenti, per conformarsi ai quali spesso le PMI sono costrette a affidarsi a costosi esperti esterni.
A livello digitale, le legislazioni di maggiore impatto sono il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e la Direttiva sulle misure per un elevato livello comune di cybersicurezza nell’UE (NIS 2). Non è escluso, tuttavia, che anche l’AI ACT potrebbe in futuro comportare costi elevati. Le stime degli oneri amministrativi a carico delle PMI per questi tre atti legislativi corrispondono a circa 53 miliardi di € complessivi (1.681 ad impresa). Più confortante, ma sempre per sottrazione, il quadro di riferimento in ambito verde: grande l’impatto delle direttive sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale e sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. I costi per le imprese ammonterebbero indicativamente a circa 28 miliardi di euro nel primo anno di attuazione e circa 23 miliardi per gli anni successivi (da 872 a 720 €).
Molteplici le soluzioni proposte per la riduzione dei costi: i dati indicano, infatti, l’ampio spazio di potenziamento di strumenti già esistenti, quali il test PMI, il programma REFIT, il principio one-in, one-out, la piattaforma Fit for Future e la SME Envoys Network. Parola d’ordine semplificazione amministrativa, dunque, in linea con le raccomandazioni del Rapporto Draghi.
Fonte: MosaicoEuropa 16/2024