menu di scelta rapida

torna al menu di scelta rapida

DALLA UE, Finanziare la trasformazione digitale: necessario un nuovo approccio

Il recente studio pubblicato dalla Banca Europea degli Investimenti in collaborazione con la Commissione europea offre un contributo interessante al dibattito su come riorientare gli strumenti finanziari per sostenere le imprese che stanno trainando la rivoluzione digitale: stiamo parlando di quelle che operano nelle cd KET (Tecnologie Chiave Abilitanti), dalla micro-nano elettronica, alle nanotecnologie, all’industria biotech, ai materiali avanzati, alla fotonica e alle tecnologie di manifattura avanzata. Lo studio si concentra in effetti sui due ambiti della microelettronica e la fotonica, ma la maggior parte delle valutazioni è applicabile agli altri settori KET. I contributi pubblici a fondo perduto continuano ad essere gli strumenti di finanziamento più richiesti, in particolare dalle imprese più giovani; particolarmente gradite le risorse rese disponibili dalle piattaforme europee, come l’ECSEL Joint Undertaking. Il venture capital si muove con difficoltà in questi ambiti, proprio perla loro complessità, i tempi medio lunghi di sviluppo, l’alto livello di rischio nella valutazione dell’investimento. Per questo motivo anche le banche commerciali non si rendono facilmente disponibili per erogare prestiti e gli stessi strumenti di garanzia nazionali ed europei non sono considerati sufficienti a rispondere alla richiesta del mercato. Così come gli strumenti indiretti di finanziamento che le imprese, in particolare di piccola dimensione, vedono con estremo favore. I cluster tecnologici sono gli attori ideali per attuare un collegamento con gli intermediari finanziari, come anche viene riconosciuto il ruolo della grande impresa come interlocutore per lo sviluppo del business ma anche per il supporto finanziario. In conclusione è evidente la mancanza di conoscenza del panorama di opportunità finanziarie disponibili e su questo tema non si può non ricordare il ruolo che può essere svolto da strutture come le Camere di Commercio e le associazioni di categoria. Di fronte a questo quadro di riferimento numerose ed interessanti le raccomandazioni che lo studio pone all’attenzione. L’affiancamento di strumenti privati ai contributi pubblici proprio per assicurare la continuità dell’intervento, con un ruolo maggiore auspicabile per la stessa BEI; la costruzione di strumenti finanziari mirati ai settori di riferimento; un maggior coordinamento tra programmi nazionali ed europei; la creazione di un nuovo strumento di comunicazione sulle opportunità esistenti combinato con una piattaforma in grado di assistere tecnicamente gli investitori nell’approccio a questi settori ad alta tecnologia. Per concludere, un messaggio chiaro destinato ai decisori europei: tecnologie, capacità, competenze e conoscenze non mancano oggi nel panorama UE ma la nuova programmazione 2021-2027 deve porsi l’obiettivo di come migliorare il supporto finanziario a questi settori strategici, destinati ad incidere in maniera definitiva sulla competitività futura delle nostre imprese.

Fonte: MosaicoEuropa 13/ 2018