menu di scelta rapida

torna al menu di scelta rapida

COVID e confini interni: un’altra sfida per l’UE

La reazione degli Stati membri all’emergenza COVID ha portato, tra le sue prime conseguenze, una forte limitazione della libera cir-colazione UE delle persone e delle merci, spostando indietro di alcuni decenni le lancette del Mercato Unico. Sul fronte Schenghen, che riunisce ad oggi 22 Paesi europei (tutti gli SM ad esclusione di Bulgaria, Cipro, Croazia, Irlanda e Romania) e 4 associati (Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein), ben 17 Paesi hanno notif-cato alla Commissione la reintroduzione di controlli alle frontiere mentre per altri, come l’Italia, si è trattato di restrizioni particolari, per esempio ai viaggi non essenziali. Restrizioni che il Consiglio aveva approvato già nel mese di marzo su proposta della stessa Commissione con l’esclusione, per Stati membri ed associati Schenghen (compreso il Regno Unito), degli spostamenti finalizzati al ritorno alla residenza o relativi a specifiche necessità di lavoro. Nella sua Roadmap del 15 aprile, contenente misure per il progressivo abban-dono del lockdown, la Commissione aveva peraltro raccomandato un forte coordinamen-to tra gli Stati. L’entrata nella Fase 2 impone una progressiva accelerazione delle decisioni al riguardo. Il prossimo 13 maggio sarà pub-blicata l’attesa Comunicazione della Commis-sione sul turismo e le proposte sul progressi-vo abbandono delle restrizioni alle frontiere interne, oltre alle linee guida per il trasporto passeggeri via terra e aria, i protocolli di sa-lute e sicurezza da adottare per le principali mete turistiche e la valutazione delle misure di restrizione ai viaggi non essenziali. Tra quelli cd essenziali, i viaggi professionali rimangono quelli più problematici. Da una recente inda-gine della Camera di Commercio belga delle Fiandre tra le sue circa 1000 imprese asso-ciate, risulta che le difficoltà legate a questa casistica impattano per più del doppio rispet-to a quelle del trasporto di merci. Trasporto che, anche grazie alle disposizioni introdotte dalla Commissione europea con le cd corsie verdi, ha visto un progressivo lento miglioramento dopo il blocco iniziale del traffico alle frontiere. L’ultimo aggiornamento prodotto da Uniontrasporti, agenzia specializzata del sistema camerale, ci mostra in Europa una situazione a macchia di leopardo in termini di controlli alle frontiere e gestione del traffico. In un gruppo di paesi (Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria, Finlandia, Estonia, Malta, Grecia, Irlanda e Lituania) vigono controlli e disposizioni ancora restrittive. Così come ai confini dell’UE, in particolare in Regno Unito, Serbia e Turchia. Urge, come riaffermato recentemente dalle Camere di Commercio, un’azione coordinata non appena la situazione sanitaria lo permet-terà e l’utilizzo di tutti gli strumenti europei a disposizione, dalle corsie verdi alla recente-mente costituita Single Market Enforcement Task Force (SMET) che potrebbe agire da punto unico di informazione.

Fonte: MosaicoEuropa 9/2020