Commercio internazionale: strumenti UE per le imprese
Con la recente creazione di un Single Entry Point europeo, per consentire a imprese ed organizzazioni di denunciare le barriere al commercio messe in atto dai Paesi terzi, come anche il non rispetto degli accordi sottoscritti dai nostri partner con l’UE in tema di sviluppo sostenibile, si rafforza ulteriormente il ventaglio di strumenti a sostegno del commercio internazionale.
Anche questo, come gli altri posti in essere dalla Commissione, sarà ospitato sul portale Access2Markets (https://trade.ec.europa.eu/access-to-markets/it/content), trasformato ormai in una vera e propria “cassetta degli attrezzi” a disposizione degli addetti. La nomina, lo scorso luglio, di Denis Redonnet a Chief Trade Enforcement Officer, con il compito di vigilare sul rispetto delle regole sul mercato globale, ha posto le basi per una progressiva attivazione di misure mirate a sostenere l’export/import UE.
Peraltro,i 45 accordi di libero scambio (FTA) siglati negli anni con ben 77 Paesi partner (1/3 del commercio extra- europeo), rappresentano un patrimonio a disposizione degli operatori non sempre utilizzato al meglio.
Il recente rapporto della Commissione sullo stato dell’arte dei FTA nel 2019 ci mostra ancora una volta un panorama a luci ed ombre. Innegabile il beneficio economico di cui hanno potuto godere numerosi settori in molte aree del mondo: agroalimentare +8,7%, con punte del + 16% in Giappone; beni industriali +3,7%, con punti di + 15% e 18% in Canada, rispettivamente per macchinari e prodotti farmaceutici.
Sul capitolo TSD(sviluppo sostenibile), più recentemente introdotto negli accordi, pur in presenza di difficoltà nell’implementazione, viene citato l’esempio del Vietnam ed i risultati incoraggianti sul tema delle condizionidi lavoro.
Costruire una solida strategia intorno alle preferenze commerciali dettate dai FTA non è un processo sempre facile in particolare per le PMI, che si scontrano con complesse procedure doganali, a cominciare dalle regole di origine da applicare a supply chain ormai estese globalmente.
La Commissione ha pubblicato alcune utili guide tematiche settoriali per alcuni accordi (CETA, Giappone e Vietnam), ma molto è da fare al riguardo. Un’agenda europea fin troppo ricca, in attesa dei risultati dei negoziati sulla Brexit.
Fonte: Mosaico Europa 20/2020