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Commercio internazionale e Covid-19: le aspettative per il 2020

Lo scorso 23-4 la DG Trade della Commissione europea ha pubblicato un rapporto sull’impatto dell’emer-genza Covid-19 sul commercio inter-nazionale. La metodologia si basa su un incrocio dei dati relativi al periodo pre-Covid con quelli successivi allo scoppio della pandemia. Come è facile immaginare, i risultati per l’anno in corso non sono incoraggianti: si prevede infatti un calo del commercio globale pari al 9.7 %, che genererà, a livello europeo ed in rapporto ai Paesi terzi, una riduzione delle esportazioni di beni e servizi del 9.2 % (285 miliardi di €) e delle importazioni dell’8.8% (240 miliardi). Fra i comparti maggiormente colpiti dalla crisi in evidenza il settore manifatturiero, mentre i meno interessati appaiono il settore primario e i servizi commerciali. In netta sofferenza anche altri settori, come quello delle attrezzature per i trasporti e l’energetico. Differente l’approccio dell’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO), che, in un’analisi precedente (8-4) caratterizzata da un taglio più regionale, utilizzata dalla DG Trade per scopi comparativi, ha rilevato che il commercio internazionale delle merci potrebbe diminuire la sua produttività per un valore ricompreso fra il 13 e il 32%; non essendo per il momento attendibili i dati sul Prodotto Interno Lordo mondiale, il WTO ha simulato 3 possibili scenari – ripresa lenta, graduale e rapida – che evidenzierebbero perdite del PIL fra il 4,8 e l’11%, con una diminuzione delle esportazioni europee attestata fra il 12 e il 33% e un abbassamento delle importazioni oscillante fra il 10 e il 25%.

Fonte: MosaicoEuropa 9/2020