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La salute delle PMI...in attesa della strategia europea

Il percorso dei primi 100 giorni della nuova Commissione è ormai segnato; lo European Green Deal è appena stato pubblicato ed altri 25 importanti provvedimenti attendono di vedere la luce. Tra gli ultimi, proprio a marzo 2020, ma ben prima di quanto immaginato an-che tra gli addetti ai lavori, sarà la volta della Strategia PMI. Si volta quindi pagina rispetto allo Small Business Act, dal 2011 ultimo provvedimento quadro adottato per rispondere in modo coerente alle necessità delle imprese di piccole e medie dimensioni. Poco o nulla ancora si sa ovviamente delle priorità su cui la Commissione intende muoversi, ma può senz’altro risultare utile l’edizione 2019 del rapporto che la DG GROW ha presentato alla recente SME Assembly di Helsinki e che fornisce, a cadenza annuale, un quadro delle più importanti problematiche per il mondo delle PMI. Alcuni dati su tutti: per la prima volta nel 2018 sono cresciuti in tutti gli Stati membri sia l’occupazione che il valore aggiunto PMI e, a quest’ultimo riguardo, sono state le microimprese a generare il maggior in-cremento (28,5%). Gli ultimi dati disponibili, per quanto riguarda l’innovazione, mostrano che quasi il 50% delle imprese ha avviato un processo di innovazione, con una percentuale significativa nell’ambito dell’innovazione incrementa-le. Ed è sempre più evidente che l’Europa e gli Stati membri possono fornire il giu-sto mix di politiche in grado di suppor-tare questo processo di sviluppo. La lista di interventi suggeriti al riguardo nel rap-porto è sicuramente interessante. Si va da misure più tradizionali, alla promozione di piattaforme di open innovation e reti che consentano l’adozione di tecnologie quali centri KET, DIH, laboratori per i test, con una dimensione anche transnazionale. In questo caso strutture come l’Enterprise Europe Network possono assistere le PMI a trovare il giusto interlocutore. Stupisce che, dopo il lungo dibattito di questo ultimo anno che ha visto gli strumenti europei ridisegnati al servizio dello sviluppo dell’innova-zione cd “d i s r u p t i v e ”, sia ora la stessa DG GROW a sottolineare l’importanza di sostenere anche l’innovazione più tradizionale. Per finire, elementi interessanti emergono anche dalle schede nazionali. Per quanto riguarda l’Italia, i dati più penalizzanti nella classifica europea di adozione di misure SBA si confermano quelli riguardanti la qualità di risposta della PA, il tema aiuti di stato e appalti pubblici (peggiore performance europea), mentre sulle misure per il mercato interno il nostro Paese è sceso sotto la media europea, bilanciato da un ritardo medio di trasposi-zione delle direttive europee diminuito da 16 a 10 mesi.

Fonte: MosaicoEuropa 23/2019

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